ITALIAN

Marco Bucchieri (Roma, 1952) è uno scrittore, conferenziere e artista multidisciplinare la cui pratica include mixed media, fotografia, installazione, simbolismo e allegoria. Attivo sin dagli anni 70 il suo lavoro artistico si concentra sulla poesia visiva e sulla narrazione letteraria tra immagine e scrittura, collocandosi nell’intersezione tra tempo, luoghi e memorie attraverso la realizzazione di mostre, installazioni, immagini di valenza concettuale, e libri. Attualmente abita in provincia di Bologna, dopo aver vissuto in molte città italiane, a Londra e a New York.

E’ Advisory Board Member di CITY SPACE ARCHITECTURE, un’organizzazione non-profit partner di UN - Habitat, che si occupa dello studio, ricerca, diffusione e condivisione della cultura relativa agli Spazi Pubblici.

Negli ultimi 15 anni ha esplorato l'alienazione che proviene dal contesto urbano sia dal punto di vista architettonico che umano, attraverso immagini fotografiche nelle quali le linee e i colori (filtrati da tende e finestre) drammatizzano la percezione della realtà esterna come riflesso di un progressivo isolamento esistenziale.

Nei lavori a partire dal 2015 le parole appaiono come “nota” sui bordi delle foto, oppure in brevi narrazioni esposte separatamente che, seguendo il tema della comunicazione interrotta, accompagnano le foto ad esprimere nuovi elementi nella relazione tra storia ed immagine. Nelle serie successive il testo (apposto a mano) assume una decisa centralità anche grafica e compositiva, integrando i due linguaggi, anche emotivamente, come unico corpus narrativo e figurativo.
Il libro “Le Attese Imperfette”, uscito nel marzo del 2018 presso QuduLibri, comprende una ampia selezione dei lavori e dei progetti realizzati dal 2013 al 2017, oltre a tutti i testi che accompagnano le immagini, riprodotti in modo da formare una sezione di racconti.

In “Enjoy the Silence” (progetto fotografico realizzato nel biennio 2018-2020) il lavoro si articola in installazioni che, dispiegandosi sulle pareti, disegnano percorsi narrativi e scenari evocativi collegati al passaggio del tempo, attraverso immagini che assumono caratteristiche fotografiche e valenza estetica più formale. Le figure umane sembrano assistere alla propria recita muta, nella quale i legami, le intimità, le relazioni, sentimentali o di amicizia o puramente di vicinanza, sono definite dal contesto, certamente espresso da parole e popolato da rumori e suoni (compresi quelli della natura), ma che scompaiono, come esclusi dall'utilizzo di una cuffia, lasciando un alone di silenzio. La scelta del colore e di una bassa definizione, spesso con carattere nebbioso, è originata dall'intenzione di delineare una realtà silenziosa ma in produzione di richiesta di esistenza.

Lesioni Permanenti 84/24” è un'installazione a muro contenente molti dei lavori, fotografici e non, che formano un nucleo rappresentativo del percorso artistico e intellettuale di un periodo di oltre 40 anni. Le modalità costruttive e la realizzazione di ogni parte dell'installazione seguono diverse tecniche, utilizzando strappi, interventi manuali e scritture su vari materiali; di frequente, inserendo l'oggetto in scatole  o semplicemente incollandolo sul muro, vanno dipanando un'aggregazione di segni con riferimenti fotografici, poetici e pittorici, scaturiti dal passaggio del tempo e della memoria che gli oggetti in questione narrano. La preponderanza dell'elemento letterario che è costante nel lavoro di Marco Bucchieri, fa continuamente sconfinare l'installazione in territori propri di altre discipline, ma sempre collegati al principio diaristico di una specie di album di famiglia strapazzato dagli anni, col riemergere di ricordi e sensazioni dal mare della vita nel frattempo trascorsa.

I suoi lavori sono in collezioni private in Italia, Danimarca, Turchia, UK, USA e nella collezione dell'Accademia di Belle Arti di Milano, nella collezione permanente della Galleria d'Arte Moderna di Cento (FE) e al MUSINF di Senigallia (AN), oltre che nella collezione permanente del Museo Spazio Pubblico di Bologna.

Su di lui hanno scritto: Dede Auregli, Franco Basile, Carlo Branzaglia, Patti Campani, Ginestra Calzolari, Claudio Marra, Barbara Martusciello, Paola Giovannini, Monica Manfrini, Jane Manning, Carlotta Monteverde, Piero Orlandi, Ida Panicelli, Marilena Pasquali, Valeria Tassinari, Dario Trento, Jonathan Turner, Roberto Vitali (riferimenti nella sezione " Bibliografia")

TALKS (Italian Language)

ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI SASSARI , 2018

MUSEO SPAZIO PUBBLICO (Bologna) 2021 - https://www.youtube.com/watch?v=_NGKyRW3Gcw

ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI URBINO (Urbino) 2023 - https://www.youtube.com/watch?v=RKJGkrUqnsM

SPAZIO LAVI’ (Bologna), 2024

ENGLISH

Marco Bucchieri (Rome, 1952) is a writer, lecturer and multidisciplinary artist whose practice includes mixed media, photography, installation, symbolism and allegory. Active since the 70s, his artistic work focuses on visual poetry and literary narration between image and writing, placing himself in the intersection between time, places and memories through the creation of exhibitions, installations, images of conceptual value, and books. He currently lives in the province of Bologna, after having lived in many Italian cities, in London and in New York.

Marco is Advisory Board Member di CITY SPACE ARCHITECTURE, a non-profit association based in Bologna (Italy), partner of UN - Habitat, studying, making, spreading, sharing Public Space Culture all over the World.

In the last 15 years he has explored the alienation that comes from the urban context both from an architectural and human point of view, through photographic images in which lines and colors (filtered by curtains and windows) dramatize the perception of external reality as a reflection of a progressive existential isolation.

In works starting from 2015, the words appear as a "note" on the edges of the photos, or in short narratives exhibited separately which, following the theme of interrupted communication, accompany the photos to express new elements in the relationship between history and image. In the following series, the text (affixed by hand) assumes a decisive centrality also in terms of graphics and composition, integrating the two languages, even emotionally, as a single narrative and figurative corpus. The book "Le Attese Imperfette", released in March 2018 at QuduLibri, includes a wide selection of the works and projects carried out from 2013 to 2017, as well as all the texts accompanying the images, reproduced in such a way as to form a section of stories.

In "Enjoy the Silence" (photographic project carried out in the two-year period 2018-2020) the work is divided into installations that, unfolding on the walls, draw narrative paths and evocative scenarios connected to the passage of time , through images that take on photographic characteristics and a more formal aesthetic value. The human figures seem to attend their own silent performance, in which the bonds, intimacies, relationships, sentimental or friendship or purely closeness, are defined by the context, certainly expressed by words and populated by noises and sounds (including those of nature ), but which disappear, as if excluded from the use of a headset, leaving an aura of silence. The choice of color and a low definition, often with a hazy character, originates from the intention to outline a silent reality but in production of a request for existence.

Lesioni Permanenti 84/24” is a wall installation containing many of the works, photographic and otherwise, which form a representative nucleus of the artistic and intellectual path of a period of over 40 years. The construction methods and the creation of each part of the installation follow different techniques, using tears, manual interventions and writings on various materials; frequently, by inserting the object into boxes or simply pasting it on the wall, they unravel an aggregation of signs with photographic, poetic and pictorial references, resulting from the passage of time and memory that the objects in question narrate. The preponderance of the literary element which is constant in Marco Bucchieri's work, makes the installation continually trespass into the territories of other disciplines, but always connected to the diaristic principle of a sort of family album worn out over the years, with the re-emergence of memories and sensations from the sea of life that has passed in the meantime.

His photographic works are in many public and private collections in Italy, Denmark, UK, USA and Turkey, in the collection of the Academy of Fine Arts of Milano, in the Modern Art Gallery of Cento (Ferrara, Italy) and in the MUSINF (Senigallia), and in the permanent collection of the Public Space Museum, Bologna.

About him have written: Dede Auregli, Franco Basile, Carlo Branzaglia, Patti Campani, Ginestra Calzolari, Claudio Marra, Barbara Martusciello, Paola Giovannini, Monica Manfrini, Jane Manning, Carlotta Monteverde, Piero Orlandi, Ida Panicelli, Marilena Pasquali, Valeria Tassinari , Dario Trento, Jonathan Turner, Roberto Vitali (all references in the "Bibliography" section)